APPUNTI PER IL LAVORO A ROMA

Il lavoro a Roma su DIE HAMLETMASCHINE e BILDBESCHREIBUNG dovrebbe essere la ricerca di una relazione teatrale con un luogo fittizio - l’ineluttabile inferno - nella lotta fa coscienza e sottocoscienza nel momento il cui la legge della storia del movimento e del passare del tempo si manifestano con il famoso ritorno (e riconoscimento!) dell’uguale.
I punti di partenza del nostro lavoro sono:
Che i morti disturbano e offendono i vivi con un’ombra che sempre si realizza, così che sia il passato a definire il futuro, che non può essere liberamente scelto e strutturato da chi lo vive, e questo porta subito ad entrare nella dimensione del fallimento.
La profondità della relazione di questo concetto con la tragedia greca, cosa che vale la pena illuminare. H. Müller abbandona ogni struttura narrativa per ricercare i meta-piani. Müller si inserisce dopo la storia, d o p o il conflitto. Il suo Amleto, l’UOMO, la DONNA dal Bildbeschreibung non sono più fra ostacoli e impulsi all’azione, tra spontaneità e riflessione, al contrario possono solo ragionare: sul testo, sulla morte, sul teatro. In una sorta di statica storia entra in scena Amleto nella Hamletmaschine, è al di fuori del suo ruolo. È al di sopra dei problemi morali e pratici della classica situazione amletica. A Müller non interessano le nuove interpretazioni del materiale teatrale, bensì costituise il suo testo come un inutile, irrecitabile finale di partita. Se il problema dell’azione dell’amleto classico (l’azione spontanea lo rende asssassino, l’indugio porta alla strage alla fine della piece) è interpretabile, attraverso la valutazione di possibili soluzioni in luoghi teatrali diversi, questi stessi luoghi non sono più dati nel testo di M. scritto di fronte alla pietrificazione della sua terra DDR all’irrigidimento die due superpoteri politici che sfociano nella guerra fredda, la spada di damocle dell’arma atomica.

Le domande ne “Descrizione di un quadro” che interrogano l’a z i o n e, lo sguardo che la scruta, non si pongono più in Müller ogni luogo dell’azione, ogni presa di parte diventa superflua fra i due fronti e da ogni lato del fronte. Il per e il contro sono sollevati ogni situazione è limitata, l’io è senza speranza interscambiabile. In un tempo in cui lo schifo provato è fatto privilegio. Allo stesso modo entra ofelia e risulta la somma di esperienze estreme, del dolore, della perdita. E infine ofelia incarna elettra. Non si è più salvati dalla filosofia, non può più nulla, non offre più orientamento in questo stato di abbandono tra le cicatrici della battaglia del consumo.

una settimana di ricerca comune - uno spazio libero dal quale chiunque può entrare uscire - un lavoro pubblico, mai a porte chiuse - una continua festa che celebra la perdita di senso - la prima tappa di un viaggio che ricomincia sempre - il tradimento al regno della lingua - ancora un’occupazione

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